La storia della ricostruzione: 5 cose che non tutti sanno

La ricostruzione degli incidenti stradali è una di quelle materie che si impara sul campo, perché ad oggi non esiste un programma di formazione specifico ne a livello di scuola dell'obbligo ne a livello universitario. Sono quindi rare le opportunità di conoscere le origini di questa disciplina e la sua storia, ricca di aneddoti interessanti ma che pochi conoscono.


1) La ricostruzione degli incidenti stradali è più vecchia di quanto si pensi

Una foto d'archivio dal sito web del CALSPAN

I primi studi sulla ricostruzione sono iniziati negli anni '50, all'interno del Cornell Areounatical Lab (CALSPAN) in collaborazione con la Cornell University. Nel 1952 fu avviato il progetto di ricerca ACIR (Automobile Crash Injury Research Program) per individuare le cause delle lesioni agli occupanti in caso di incidente: 31 Stati Americani fornirono dati su circa 50.000 incidenti e furono creati i primi crash-test per la valutazione sperimentale degli effetti di una collisione. Dalla ricerca fu creato il primo database di settore, che, sulla base dell'entità dei danni visibili nelle fotografie degli incidenti, classificava i sinistri secondo un criterio di severità e di collocazione dell'urto.


2) I modelli di simulazione furono presentati al grande pubblico con uno spettacolo circense e in un film di James Bond

HSVOM - Schema del veicolo

Dagli studi eseguiti negli anni '50 nacque l'esigenza di riprodurre al computer la dinamica di movimento dei veicoli, così da non dover essere costretti ad effettuare sempre prove dal vivo (crash-test e prove in pista) per la verifica delle cause di un sinistro. Verso la metà degli anni '60 fu quindi avviata la realizzazione di un un modello di dinamica degli autoveicoli, denominato HSVOM (Highway Vehicle Object Simulation Model). Un po' per sfida, un po' per divertimento, un po' per mettere alla prova le capacità di simulazione del modello, nel 1970 R. R. McHenry, a capo del progetto HSVOM, contattò la J.M. Productions per proporre un nuovo stunt-show con automobile: un salto da rampa inclinata con rotazione di 360° del veicolo, prima di atterrare sulla rampa di discesa. Il modello HSVOM fu utilizzato per determinare l'inclinazione da dare alle rampe di salita/discesa e la distanza fra le stesse. La prima rappresentazione dello spettacolo si tenne nel 1972 con oltre 100.000 spettatori e da lì iniziò un tour in tutta America e che sbarcò anche in Europa. Il successo fu tale che il "salto" fu portato anche al cinema all'interno del film di James Bond "L'Uomo dalla Pistola d'Oro".

Il Salto
La rampa
Prove di simulazione ed esperimenti

​La scena del salto nel film di James Bond


3) I metodi di calcolo dell'energia di deformazione sono nati da una ricerca rivolta a tutt'altro

Un'estratto del paper sul lavoro di Campbell del 1974

Chi si occupa di ricostruzione avrà sicuramente sentito parlare dell'algoritmo CRASH3 per il calcolo dell'energia di deformazione dei veicoli. In realtà CRASH3 (Calspan reconstruction of accident speeds on the highway 3) è un software ben più esteso, anche se oggi è conosciuto sostanzialmente solo per l'algoritmo di calcolo dell'energia. Tale algoritmo si basa sugli studi condotti da Campbell negli anni '70 ma che erano nati con uno scopo completamente diverso da quello per cui sono usati oggi. La ricerca di Campbell era rivolta ad investigare gli effetti lesivi delle collisioni e per questo motivo portò avanti una serie di crash-test il cui scopo era valutare l'efficacia lesiva degli urti. Durante i suoi esperimenti si accorse però che esisteva la famosa relazione (quasi) lineare fra velocità di impatto frontale contro barriera e deformazioni residue, da cui è nato poi l'algoritmo che oggi tutti utilizziamo per la stima delle energie di deformazione in caso di incidente stradale.


4) Il concetto di EES è stato coniato da Heinz Burg

La copertina dell'edizione tedesca del "Handbook of Accident Reconstruction" di H. Burg e A. Moser

Il termine EES (Energy Equivalent Speed) è pane quotidiano per gli esperti della ricostruzione. Anche se il concetto è talmente familiare da sembrare sempre esistito la sua origine non risale alla notte dei tempi ma agli anni '80 con un lavoro di ricerca portato avanti da Heinz Burg ed intitolato:  "EES - uno strumento per la ricostruzione degli incidenti stradali e per la ricerca applicata al settore". Partendo dagli studi di Campbell, Heinz Burg introdusse il nuovo concetto che superava le problematiche legate all'inclusione della energia di restituzione nella definizione di energia di deformazione data da Campbell (il famoso EBS, equivalent barrier speed). Heinz Burg è ad oggi ancora attivo nel settore della ricostruzione: è membro dell'Associazione EVU Europa e fondatore della IBB, uno dei distributori in Europa del sistema CDR Bosch.


5) Le ricostruzioni "tradizionali" sono quelle fatte con i software

Una simulazione con SMAC+HSVOM

Molto spesso si sente parlare di ricostruzioni "tradizionali", cioè gli approcci a ritroso, contrapposte alle ricostruzioni "moderne", cioè le ricostruzioni in avanti con i software di ricostruzione. Ma in realtà, fin dal principio le ricostruzioni sono state affrontate con l'ausilio dei software e solo successivamente hanno preso piede i modelli semplificati a ritroso. Già alla fine degli anni '50 furono sviluppati dei modelli di collisione "in avanti", basati sul modello impulsivo e che vennero applicati in semplici software di calcolo. Successivamente, con lo sviluppo del modello HSVOM, McHenry portò avanti anche un modello di calcolo della collisione chiamato "Simulation Model of Automobile Collision" (SMAC), realizzando quello che è stato il primo sistema di simulazione "in avanti" che integrava sia la fase di collisione che la fase di spostamento post-urto. A quell'epoca non esistevano però i personal computer. Le simulazioni venivano eseguite sugli elaboratori dei centri di ricerca e delle aziende che potevano permetterseli, con tempi di calcolo comunque lunghi e costi elevati. Per questo motivo presero piede algoritmi semplificati quali quelli inclusi in CRASH3 (ma quasi non più utilizzati) ed i metodi "a ritroso", che permettevano una rapida analisi di massima da utilizzare come base per le successive simulazioni.


Se non conoscevi questi aneddoti spero che ti siano interessati e che ti abbiano stimolato a saperne di più sulla storia della ricostruzione, che potrai approfondire nella bibliografia di seguito riportata.


BIBLIOGRAFIA

"A Short History of Nearly Everything", B. G. McHenry, 2012

"An Overview of the Evolution of Computer Assisted Motor 'Vehicle Accident Reconstruction"P. H. Cheng, M.l J. Sttns, J. F. Wiechel, 1987

"Handbook of Accident Reconstruction", H. Burg, A.Moser

"Energy Basis for Collision Severity", K. L. Campbell, 1974

"https://www.calspan.com/company/history/", sito web CALSPAN