Stanchezza alla guida: effetti talvolta paragonabili all'uso di alcol

L'Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) ha paragonato la sonnolenza alla guida allo stato di ebbrezza (una volta raggiunte determinate soglie). In particolare, è stato evidenziato come, dopo 18 ore senza dormire, le prestazioni di guida siano compromesse quanto quando il tasso di alcolemia è pari a 0,5 g/L.


La cosiddetta "Driver Fatigue", o stanchezza del conducente, può compromettere la guida in modo simile al deterioramento cognitivo conseguente all'uso e all'abuso di alcol. La stanchezza, infatti, rappresenta un fattore molto rischioso quando ci si trova alla guida, riducendo notevolmente la capacità di reazione. Eppure sembra un elemento alquanto sottovalutato. La tecnologia va incontro alle esigenze degli automobilisti con veicoli dotati di sensori intelligenti, come il sistema DMS (Driver Monitor System), che rilevano un potenziale pericolo, ma questo non basta.

In particolare, occorre tenere presente che, con l'insorgere della stanchezza nei guidatori, aumenta il rischio di:

– reagire più lentamente alle mutevoli condizioni della strada, agli altri conducenti o ai pedoni;

– prendere decisioni sbagliate;

– sperimentare la "visione a tunnel" (perdendo il senso di ciò che sta accadendo alla periferia del nostro campo visivo);

– vivere i "microsonni" (brevi episodi di sonno che durano da una frazione di secondo fino a 30 secondi). 

A tal proposito, l'Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) ha paragonato la sonnolenza alla guida ad uno stato di ebbrezza. In particolare, uno studio scientifico ha evidenziato come, dopo 18 ore senza dormire, le prestazioni di guida siano compromesse quanto quando il tasso di alcolemia (cioè la concentrazione di alcool nel sangue) è pari a 0,5 g/L (limite di legge stabilito dall'attuale normativa vigente).

Alla luce di quanto emerso, si rileva come anche la figura del guidatore designato deve essere rivalutata. Infatti, seppure sobrio il guidatore in questione potrebbe non essere in grado di guidare, perché magari esausto dopo un eccessivo periodo di veglia.


Di seguito è riportato il link dell'articolo completo, tratto da Sicurauto.it