Sistemi ADAS: roadmap e statistiche

L'essere umano è sempre la principale causa di incidente: che si tratti di distrazioni, imprevisti a cui non si in grado di rispondere adeguatamente con manovre di emergenza, pericoli derivanti da altri conducenti, pedoni e quant'altro. Ecco allora che grazie alla tecnologia è possibile aiutare gli occupanti a viaggiare più sicuri.


Gli ADAS (Advanced Driver Assistance System) rappresentano l'esempio più recente ed evidente dell'effettivo pericolo rappresentato dal fattore umano nel verificarsi dei sinistri stradali. Tanto più che, entro il 2022, saranno obbligatori sulle nuove di auto immatricolazione i seguenti tre ADAS: frenata automatica di emergenza (Automatic Emergency Breaking), Line Keeping Assist (mantenimento dell'auto nella propria corsia) e Adaptive Cruise Control (regolazione della velocità e distanza di sicurezza tra i veicoli), mentre la restante parte del parco circolante dovrà comunque adeguarsi entro il 2024.

Una recente e approfondita ricerca realizzata da Fondazione Filippo Caracciolo di Aci, col Politecnico di Torino, ha evidenziato come la sicurezza a bordo aumenta di oltre il 50% nel rapporto tra auto più recenti con sistemi ADAS e quelle con oltre 15 anni di vita. Per arrivare a queste e altre conclusioni sono stati analizzati i dati di ben 3 milioni di scatole nere. Con il solo Automatic Emergency Breaking (obbligatorio dal 2020) si potrebbero evitare fino a 4 incidenti su 10, anche se attualmente solo 1 veicolo su 5 dispone di serie di questo sistema. Un veicolo immatricolato da oltre 15 anni ha il doppio delle probabilità di restare vittima di in un grave incidente. Ancora, i veicoli sopra i 30mila euro di listino sono coinvolti in 5,7 incidenti ogni milione di chilometri percorsi. Le auto sotto i 15mila euro in ben 15 incidenti ogni milione di chilometri: il tutto per l'inesistente o insufficiente presenza di ADAS sia di serie che tra gli optional.  

Di seguito è riportato il link dell'articolo completo, tratto dal sito di Doctorglass.