I profili di deformazione residui o statici dei veicoli danneggiati a seguito di un'impatto vengono abitualmente utilizzati per ricostruire una collisione, solitamente mediante l'impiego di modelli di collisione impulsivi, i quali riproducono uno scambio dell'impulso di collisione al momento del raggiungimento delle deformazioni massime dei mezzi.
Nel presente progetto di ricerca è stato valutato l'effetto dell'utilizzo delle deformazioni residue rispetto quelle dinamiche sulla determinazione delle velocità di impatto, attraverso l'impiego di una procedura di ottimizzazione Monte Carlo, implementata nel software PC-Crash. In particolare, sono state riprodotte delle collisioni casuali tra due veicoli, dei quali uno inizialmente fermo ed uno in movimento (denominato "proiettile"), analizzandone la dinamica a partire dalla configurazione di massima deformazione dei mezzi fino alla quiete. Le profondità di penetrazione massime del veicolo sono state successivamente regolate per simulare il livello di deformazione statica corrispondente e le velocità di impatto sono state ricalcolate, al fine di ridurre al minimo gli errori tra le posizioni di quiete delle simulazioni basate sulle deformazioni statiche e quelle basate sulle deformazioni dinamiche.
Da tale ricerca è emerso che, quando gli errori di ottimizzazione erano inferiori al 5% e l'entità delle deformazioni dinamiche era entro il 20% di quelle statiche, il 95% delle simulazioni basate sull'utilizzo delle deformazioni statiche hanno portato a velocità di impatto del veicolo proiettile entro ±3,8 km/h rispetto a quelle ottenute dall'impiego delle deformazioni dinamiche.
Di seguito è riportato il link del sito della 28° conferenza annuale di EVU-Europa (2019).