I sistemi di prevenzione degli urti frontali non sono così efficaci nel prevenire gli incidenti con grandi camion e motociclette come lo sono con gli autoveicoli. Ciò è quanto emerso da un'indagine condotta dell'Insurance Institute for Highway Safety.
Gli Event Data Recorder (EDR) registrano molte informazioni inerenti alla dinamica di un veicolo, fra cui il cambio di velocità (DeltaV) subito nella collisione, elemento fondamentale per la ricostruzione dell'evento. Ma quanto è affidabile il dato registrato da questi dispositivi? Un recente articolo, pubblicato sulla rivista IMPACT (edizione estate 2021) a firma di Craig Wilkinson, David King, Gunter Siegmund, ha mostrato come l'errore di misura sia tipicamente inferiore ai 5 km/h per DeltaV nell'intervallo 20-55 km/h.
In occasione della conferenza EVU Europa 2019 di Barcellona è stato presentato un interessante studio sul comportamento di guida dei conducenti con particolare riguardo ai tempi mediamente impiegati per osservare un oggetto, cioè su quanto tempo viene dedicato ad osservare un oggetto stradale prima di riconoscerlo. La conoscenza di questi dati può essere di grande ausilio al tecnico, nel momento in cui deve valutare la condotta di guida di un soggetto coinvolto in un sinistro stradale (ad esempio per valutare quanto tempo prima di un sorpasso il conducente può aver guardato nello specchietto retrovisore).
La ricostruzione degli incidenti stradali è una di quelle materie che si impara sul campo, perché ad oggi non esiste un programma di formazione specifico ne a livello di scuola dell'obbligo ne a livello universitario. Sono quindi rare le opportunità di conoscere le origini di questa disciplina e la sua storia, ricca di aneddoti interessanti ma che pochi conoscono.
L'obiettivo del lavoro, presentato alla 28° conferenza annuale di EVU Europa (2019) e sviluppato da Tim De Ceunynck, Freya Slootmans, Philip Temmerman, StijnDaniels, è quello di approfondire la comprensione di tale tipologia di sinistri, mediante l'analisi di database nazionali (relativi al Belgio) e di ricostruzioni eseguite da esperti del settore. Da tali analisi è emerso come siano soprattutto gli utenti deboli più anziani ad essere coinvolti (oltre alla prevalente influenza dei punti ciechi anteriori degli automezzi).
Il presente articolo, elaborato da Oscar Cherta Ballester, Maxime Llari, Catherine Masson, Pierre-Jean Arnoux e presentato alla 28° conferenza annuale di EVU europa (anno 2019), è stato analizzato il problema della vulnerabilità del torace dei motociclisti in collisioni tra motoveicoli ed autovetture. A tale scopo, sono stati sviluppati modelli multibody in grado di valutare l'entità delle lesioni su diverse zone del torace. In particolare,le lesioni di maggiore severità sono state riscontrate in corrispondenza delle regioni laterali e frontale del torace e per velocità di impatto comprese tra 5 e 13 m/s.