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Tesla Autopilot: un recente sinistro mortale in USA riaccende il dibattito sulla guida autonoma

Tesla Autopilot: un recente sinistro mortale in USA riaccende il dibattito sulla guida autonoma

In un recente sinistro mortale avvenuto in USA, in cui ha perso la vita il conducente di una Tesla a seguito della collisione con un autotreno, dai dati dell'autoveicolo in cui risultava attivo il sistema di Autopilot è stata riscontrata, oltre che la mancata attivazione dei freni, la mancata segnalazione del pericolo al conducente. Sulla base di tali dati, da un'analisi condotta dal Washington Post è emerso che, qualora il pericolo fosse stato riconosciuto e fosse stata messa in atto una reazione di frenata, anche solo 1,6 secondi prima della collisione, il sinistro sarebbe stato evitato.

A seguito dell'incidente mortale nel 2019 a Delray Beach, in Florida, in cui ha perso la vita il conducente di una Tesla a seguito dello scontro con un camion, si sono riaccese le polemiche sul sistema Autopilot di Tesla. E' importante ricordare che la guida totalmente autonoma, ossia senza la supervisione del conducente, non è attualmente autorizzata in nessun Paese (al massimo è stata autorizzata la guida semi-autonoma di livello 3 con supervisione). Pertanto, anche quando il sistema di assistenza alla guida è attivo, il conducente deve essere sempre e comunque in grado di intervenire per compensare eventuali criticità del traffico che l'auto potrebbe non essere in grado di gestire.

Non è quanto avrebbe osservato il conducente della Tesla Model 3 nel caso in esame. Infatti, dopo essere partito all'alba da casa per recarsi al lavoro, dai dati registrati dall'autoveicolo, oltre che dalle prove video disponibili, è stato rilevato che:
  • Alle 6:16, il conducente imposta il cruise control a un massimo di 111 km/h (il limite di velocità sulla U.S. 441 è di 88 km/h);
  • Dopo 2,4 secondi, attiva l'Autopilot e un avviso standard dello stesso sistema appare sullo schermo: "Si prega di tenere le mani sul volante";
  • Due secondi dopo, la telemetria Tesla non registra alcuna forza applicata al volante, quindi il conducente non aveva le mani sullo sterzo. In tale condizione l'auto avrebbe inviato un warning solo dopo 25 secondi, secondo l'analisi dell'NTSB (National Trasportation Safety Board);
  • Dopo qualche secondo, un Tir invade la corsia di marcia della Tesla, ma dalle prove video documentate l'Autopilot non avverte del pericolo di collisione e nessuno attiva i freni;
  • Dopodiché, la Tesla Model 3 passa sotto al rimorchio alla velocità di 111 km/h: nell'impatto che strappa via il tetto il conducente muore sul colpo, secondo le indagini dell'NTSB;
  • Infine, l'autoveicolo continua la sua corsa per altri 40 secondi, percorrendo oltre 500 metri prima di fermarsi su un'aiuola.

Il Washington Post sostiene, dall'analisi della documentazione Tesla, che l'Autopilot non è stato progettato per funzionare su strade con traffico incrociato come la U.S. 441. Tuttavia, dalle prove video disponibili è stato rilevato che l'autoveicolo Tesla procedeva a velocità sostenuta anche a seguito dell'impatto con l'autoarticolato. A tal proposito, è stato osservato come, anche qualora il veicolo avesse frenato anche solo 1,6 secondi prima della collisione, il sinistro sarebbe stato evitato (chiaramente, qualora fosse stato riconosciuto il pericolo da parte del conducente o del sistema Autopilot).


Di seguito il link per l'articolo completo, tratto dal sito Sicurauto.it.

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