Secondo la Cassazione (sentenza n. 7898 del 04/03/2022), prefigura un vero e proprio omicidio con previsione quello determinato da un autista che, per negligenza, imprudenza e imperizia, non provveda al fissaggio delle merci trasportate, così che queste travolgano un'altra persona, provocandone il decesso.
La vicenda in esame è la seguente: in un incidente stradale nei pressi di Nettuno (Roma), un trasportatore alla guida del suo mezzo aveva causato la morte di una donna, la quale proveniva in auto dall'opposta corsia di marcia, a seguito della fuoriuscita del carico dal mezzo dallo stesso condotto, poiché il cassone su cui era stato posizionato era privo di sponde. Pertanto, la merce, ovvero una forca metallica per il braccio di una gru, non risultando vincolata adeguatamente al mezzo, era caduta dal veicolo e aveva travolto l'autovettura, provocando l'immediato decesso della guidatrice.
A tal proposito, il Tribunale di Velletri (Roma) ha condannato l'autista a 4 anni di reclusione, avendo constatato, oltre alla violazione delle norme sulla circolazione stradale per negligenza, imprudenza e imperizia, anche la circostanza aggravante dell'avere agito nonostante l'evento fosse facilmente prevedibile (art 61, comma 3, Codice penale).In maniera analoga si è successivamente concluso il ricorso dell'autista presso la Corte di Appello di Roma.
Infine, anche la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7898 del 04/03/2022, ha confermato quanto emerso dai precedenti procedimenti. In particolare, è stato rilevato che: «l'imputato aveva avuto la chiara rappresentazione della violazione della regola cautelare stabilita dall'art. 164 CdS e anche del possibile verificarsi dell'evento, pur confidando nella sua mancata realizzazione».
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